Da Federconsumatori Nazionale http://ow.ly/79yO50zMsmb
Dagli Stati Uniti alla Germania: ovunque gli automobilisti coinvolti nel caso della vendita delle auto con emissioni truccate sono stati risarciti, la casa costruttrice pesantemente sanzionata e i vertici in alcuni casi condannati, ma in Italia no.
Sintomo, questo, non solo di una scarsa attenzione nei confronti della parte più debole, ignara della truffa condotta a suo danno, ma anche nei confronti dell’ambiente. Infatti l’iniziale possibile imputazione per disastro ambientale, venne inspiegabilmente accantonata, sebbene sia evidente l’impatto sulla qualità dell’aria e la salute dei cittadini delle emissioni superiori agli standard Euro dei veicoli prodotti dalla casa di Wolfsburg.
Confidando nel buon senso e nella sensibilità della Procura, da tempo avevamo ipotizzato e valutato che fosse reinserita tra i capi di eventuale imputazione anche il reato di disastro ambientale, inizialmente considerato dalla Procura di Torino, anche alla luce degli studi dell’OMS condotti in tal senso e riguardanti proprio la drammatica incidenza di malattie all’apparato respiratorio nella pianura padana tra le aree più inquinate d’Europa, ma non coltivata dalla Procura scaligera.
Non solo quindi questo appello è rimasto inascoltato, ma l’archiviazione rappresenta oggi la conferma della volontà di negare quanto evidente nel resto d’Europa e del mondo e di lasciare senza tutela i diritti dei cittadini: quelli truffati, direttamente danneggiati sul piano economico e tutti gli altri, danneggiati dal maggiore inquinamento causato dal sacrificio di motori più rispettosi dell’ambiente in favore di performance di guida più appetibili.
“Una decisione inaccettabile, quella della Procura.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori. – “Riteniamo che l’orientamento sia del tutto irrispettoso del danno arrecato all’ambiente e alla salute dei cittadini, nonché dei consumatori che hanno acquistato i veicoli anche in considerazione della loro maggiore compatibilità con una sempre maggiore coscienza ambientale. A loro bisogna dare una risposta certa e motivata, e la scelta di chiedere l’archiviazione in un momento in cui l’attenzione di tutti è rivolta alla diffusione del virus Covid19 appare sicuramente poco opportuna oltre che incomprensibile.”