È il caso di un turista milanese che, nel giugno del 2018, aveva prenotato una vacanza in hotel in Puglia ma, una volta arrivato nel foggiano, aveva trovato una spiacevole sorpresa: l’hotel non era come veniva presentato nelle fotografie della prenotazione online, la piscina e la palestra risultavano completamente diverse dalle immagini pubblicate sulla piattaforma di prenotazioni che aveva consultato. Decise quindi di fare ricorso.
Sono passati 4 anni e ora la magistratura ha riconosciuto il suo diritto a ottenere il risarcimento dei 7 giorni non “goduti”.
Cosa aveva scoperto in hotel? Al posto della piscina rappresentata in foto, c’era una vasca poco profonda e nella palestra descritta come una struttura dotata di vari attrezzi per lo sport, un solo arnese e un tapis roulant sotto il sole. Così l’uomo, 44 anni, che aveva sborsato in anticipo €. 2.250 per alcuni giorni di relax e benessere a Vieste, aveva annunciato al titolare dell’hotel la sua intenzione di non rimanere nella struttura. L’albergatore gli aveva risposto che poteva andarsene quando voleva ma così facendo avrebbe perso i suoi soldi. Il rimborso sarebbe arrivato infatti solo in caso di nuova prenotazione della sua camera, nel frattempo rimessa su portale delle prenotazioni online.
Il turista, sentendosi truffato, aveva rifiutato l’offerta della piattaforma di prenotazioni perché ritenuta non sufficiente per la delusione e il danno subito – si trattava di soli €. 100 – e aveva deciso di appellarsi alla magistratura per riavere il suo denaro.
Finalmente dopo un contenzioso di 4 anni, un giudice di pace di Milano ha accolto il ricorso e ordinato alla struttura di rimborsare i 7 giorni già pagati e non goduti, oltre alle spese processuali.
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