Con le comunità energetiche arriva la svolta: il consumatore diventa soggetto attivo

Dire che siamo in presenza di una rivoluzione nella produzione e consumo di energia elettrica è forse esagerato ma, comunque, possiamo dire che oggi ci sono tutte le condizioni di favore per modificare il modello attualmente in vigore ancora troppo strutturato in senso verticale oltre a non essere più ecosostenibile. L’accelerazione la troviamo nel Decreto Milleproroghe (2020) che recepisce la Direttiva Europea n. 2001 dell’11/12/2018 detta anche RED II sulla promozione dell’uso di energia prodotta da fonti rinnovabili, nella Delibera Arera 318/2020/R/EEL e per ultimo nell’impulso dato dal Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 285 il 16/11/2020. In sostanza si tratta della possibilità di consentire l’autoconsumo di energia elettrica in forma collettiva in edifici e condomini oppure condivisa in Comunità Energetiche da fonti rinnovabili.

Una Comunità Energetica, anche chiamata smart community si configura come un insieme di persone che autoconsumano e condividono energia rinnovabile e pulita in uno scambio tra pari secondo un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo della stessa proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili. Lo scambio di energia nell’ambito della Comunità al fine dell’autoconsumo collettivo può avvenire sia in forma istantanea che differita. Pertanto va evidenziato che l’obiettivo prioritario di tale identificazione di produzione e autoconsumo non è il profitto bensì il beneficio di tutti a livello economico con sensibile risparmio in bolletta, sociale perché si identifica una collettività, ambientale perché l’energia è prodotta da fonti pulite e rinnovabili. L’autoconsumo collettivo può essere attivato da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso condominio o edificio, prevalentemente con approvvigionamento dal fotovoltaico mentre, alle Comunità Energetiche possono partecipare persone fisiche, Piccole Imprese, Enti locali ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello di un condominio. Gli ultimi provvedimenti legislativi al fine di favorire i processi suddetti prevedono l’istituzione di una vera e propria tariffa incentivante per l’energia autoconsumata oltre a garantire l’accesso al cosiddetto superbonus 110%. Appare evidente che siamo di fronte a un cambio di paradigma con al centro il consumatore che da soggetto passivo diventa attivo nella produzione e autoconsumo maggiormente attento al buon uso dell’energia e al rispetto dell’ambiente. In Europa e fuori UE ci sono già diverse esperienze consolidate di Comunità Energetiche e anche in Italia abbiamo già da tempo diversi esempi di Comunità e Cooperative Energetiche, situate principalmente nel nord della penisola.

Per quanto riguarda la nostra regione abbiamo l’importante esperienza della Cooperativa Elettrica Alto But, fondata nel lontano 1911, prima azienda friulana per la produzione e distribuzione di energia idroelettrica sorta in forma cooperativa, 5 impianti per un totale di 10,8 MW. Vale la pena segnalare infine, tra le esperienze più recenti, la costituzione di una Comunità Energetica solidale a San Giovanni a Teduccio, Napoli, promossa da Legambiente di cui fanno parte la Fondazione Famiglia di Maria e 40 famiglie del quartiere di San Giovanni a Teduccio, attivata in un interessante percorso di lotta alla povertà energetica. Fenomeno rilevante quest’ultimo che interessa fasce sempre più ampie di popolazione a cui Federconsumatori dedica grande attenzione e impegno per contrastarlo.

Angelo D’Adamo