Qualche giorno fa la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato una proposta, preparata dal deputato francese Jérémy Decerle, concernente il benessere degli animali negli allevamenti. All’interno di tale proposta viene contemplata una pratica, l’alimentazione forzata per la produzione di “foie gras”, vietata in Italia da ben 15 anni; chi viene sorpreso a usare questo metodo è soggetto a sanzioni pecuniarie e, in caso di reiterazione, alla sospensione dell’esercizio dell’allevamento da 1 a 3 mesi.
“Foie gras” indica il fegato grasso dell’oca o dell’anatra, alimento considerato particolarmente pregiato; la sua produzione è fonte di forte contrarietà poiché attuata attraverso un’alimentazione forzata: somministrazione, con l’aiuto di un tubo inserito in bocca, in gola e fin nello stomaco dell’animale, di cibo in grande quantità, molto energetico e tutt’altro che equilibrato. L’operazione richiede da 45 a 60 secondi con un metodo manuale; solo 2-3 secondi con una pompa idraulica o pneumatica; ha per effetto l’ipertrofia delle cellule grasse epatiche. L’alimentazione forzata è sanzionata penalmente in molti paesi del mondo, tra cui 22 Stati membri dell’UE.
Tale alimentazione forzata è il motivo per cui le Organizzazioni di Protezione Animali in tutta l’Unione europea sostengono gli sforzi degli eurodeputati di tutte le aree politiche che vogliono impedire questa pratica.
La prossima settimana anche gli eurodeputati eletti nel nostro Paese potrebbero approvare o respingere il punto 32 di questa proposta secondo cui “la produzione di foie gras, si basa su procedure di allevamento che rispettano i criteri di benessere degli animali, (..) dove la fase di ingrasso (…) rispetta i parametri biologici dell’animale”.
Alice Trombetta, Direttrice di Animal Equality Italia ha dichiarato che “È chiaro alla maggior parte dei cittadini dell’UE che l’uso dell’alimentazione forzata nella produzione di foie gras è una delle forme più estreme di tortura ancora permesse in alcuni paesi …in Italia è stato proibito anni fa perché è stato riconosciuto come una pratica crudele nei confronti degli animali. Tuttavia, il divieto riguarda solo la produzione, non il commercio e l’importazione; positivo, in questo contesto, che molte catene di supermercati, non offrano più tali prodotti.
Gli eurodeputati che decideranno di sostenere l’inclusione di questa parte nella proposta, chiederanno di riportare indietro l’orologio della storia e di difendere una pratica che non può assolutamente essere giustificata.
Emeri Pecile
Federconsumatori FVG